I disturbi di personalità

Il disturbo paranoide di personalità:

Tale disturbo è caratterizzato da diffidenza e sospettosità che spingono ad interpretare le motivazioni degli altri sempre come malevole. Questa modalità di pensare, sentire e relazionarsi è particolarmente rigida, con caratteristiche di forte sospettosità e mancanza di fiducia nel prossimo. Tutto questo comporta un continuo controllo. Di solito sono soggetti privi di umorismo, incapaci di esprimere emozioni, eccessivamente moralisti. Raramente si confidano con gli altri poiché non si fidano e serbano rancore. Queste persone possono sviluppare dei deliri, quali appunto di persecuzione, di gelosia nei confronti del partner, infatti sono persone che sospettano senza alcun motivo della fedeltà del coniuge.

La causa di questo disturbo è una bassa autostima, è un soggetto che vive le parti negative di sé come inaccettabili e cerca di evitare l’ansia che ne deriverebbe dal riconoscere questi suoi aspetti inaccettabili, proiettandoli all’esterno. Gli altri diventano così dei persecutori e lui la vittima. In questo modo egli può conservare un’immagine di sé positiva.

Il disturbo schizoide di personalità

È un disturbo caratterizzato da distacco nelle relazioni sociali e incapacità nell’esprimere le emozioni. Sono persone introverse, non hanno amici stretti o confidenti, possono essere indifferenti alle lodi o alle critiche degli altri, non provano alcun bisogno di stabilire relazioni affettive e non hanno interesse per la sessualità. Spesso in loro esiste una profonda contraddizione tra la realtà in cui sono indifferenti e distaccati e la loro fantasia ricca di esperienze, sentimenti e relazioni. Spesso svolgono lavori solitari e hanno difficoltà a guardare negli occhi il loro interlocutore.

Una personalità di questo tipo si forma con una grande difficoltà nel relazionarsi agli altri. E’ probabile, afferma Winnicott, che alla base di questo disturbo ci sia una relazione precoce con la madre caratterizzata da cure fortemente inadeguate. Il soggetto “sceglie” allora il ritiro sociale. Interiormente è bisognoso di cure, attenzioni, affetti, esteriormente si difende attraverso la chiusura al mondo, forse per evitare di rivivere quel rifiuto tanto doloroso.

La fantasia serve loro per ritirarsi in un mondo autistico, per tenersi a distanza dal mondo.

Il disturbo schizotipico di personalità

La definizione riguarda un disagio acuto nelle relazioni strette, distorsioni cognitive, eccentricità nel comportamento.

Questo disturbo può essere considerato come una variante attenuata della schizofrenia. L’individuo, infatti, appare strano ed eccentrico, utilizza un linguaggio particolare e spesso incomprensibile, ha credenze strane, magiche, un’affettività inappropriata e manifesta sospettosità.

Tra le cause si pensa a cure materne inadeguate durante l’infanzia, da qui deriverebbe il ritiro sociale e la costruzione della realtà immersa nella fantasia.

Il disturbo antisociale di personalità

Tale disturbo è caratterizzato da inosservanza e violazione dei diritti degli altri. Il soggetto deve avere almeno 18 anni, anche se i comportamenti tipici di questo disturbo si vedono già nell’infanzia e sono caratterizzati da piccoli furti, menzogne e scontri con chi rappresenta l’autorità. Da adulti non sono capaci di prendersi responsabilità e mantenere relazioni affettive, sono superficiali e poco empatici, sono prepotenti ed incapaci di provare sentimenti verso gli altri. Sono persone spesso disoneste, aggressive, facilmente irritabili e cosa fondamentale, sono incapaci di provare rimorso.

La persona che è affetta da questo disturbo di personalità ha quasi sicuramente una situazione passata legata all’abuso e a privazioni. Il bambino vive il genitore come un estraneo e tende a costruirsi un sé grandioso che gli consenta autosufficienza. La deprivazione degli affetti nell’infanzia condurrebbe alla difficoltà nella creazione di legami sentimentali stabili. La persona antisociale è incapace di provare rimorso, comprensione, a percepire gli altri come persone dotate di bisogni e sentimenti da rispettare.

Il disturbo borderline di personalità

Questo disturbo è caratterizzato da instabilità nelle relazioni interpersonali, nell’immagine di sé e nello sviluppo degli affetti ed impulsività.

I rapporti interpersonali sono caratterizzati dall’idealizzazione e svalutazione, dal timore dell’abbandono, la persona si sforza in tutti i modi per evitare di essere lasciata, gli affetti sono dominati dalla rabbia e da una sensazione di vuoto interiore, l’immagine di sé è alterata. Spesso la persona borderline è impulsiva riguardo alla sessualità, all’abuso di sostanze, al cibo, allo shopping. Può compiere azioni dannose per sé e per gli altri, come guidare in maniera impropria.

Secondo Kernberg, ci sarebbero, alla base di questo disturbo, dei fattori che alterano lo sviluppo del sentimento di Sé legato al rapporto con la madre caratterizzato da privazioni. Il piccolo, in seguito a tali privazioni non riuscirebbe ad integrare gli aspetti buoni e cattivi normali presenti nella figura materna. Il risultato sarà, secondo questo autore, un bambino dalla personalità confusa, incapace di tollerare la solitudine ed estremamente vulnerabile alle separazioni.

Il disturbo istrionico di personalità

Il disturbo è caratterizzato da emotività eccessiva e costante ricerca di attenzione. Sono persone estremamente seduttive, egocentriche, teatrali, esibizioniste, sono individui che non si sentono a loro agio se non sono al centro dell’attenzione, il loro comportamento è provocante, sono persone facilmente influenzabili e considerano le relazioni più intime di quanto non lo siano realmente.

È ipotizzabile che alla base del disturbo istrionico ci siano gravi carenze materne nella prima infanzia. Il paziente istrionico non riesce a sopportare il pensiero di non essere al centro dell’attenzione, per questo motivo è eccessivamente seduttivo e provocante anche a livello sessuale.

Il disturbo narcisistico di personalità

Tale disturbo è caratterizzato da grandiosità, costante bisogno di ammirazione e mancanza di empatia. Sono persone che pretendono affetto e non tollerano critiche per tentare di sostenere una stima di sé che, a differenza delle apparenze, è precaria. Egli tende ad esagerare risultati e talenti, crede di essere speciale e unico e che tutto gli sia dovuto. Prova spesso invidia e pensa di essere invidiato dagli altri, si approfitta del prossimo per i propri scopi, è arrogante, in genere è una persona che ha raggiunto una posizione sociale di successo, egli non si mette mai in discussione ed è raro che intraprenda una terapia psicologica di sua spontanea volontà.

Il narcisista non si sa relazionare agli altri e a rapporti di coppia dove l’altro di solito è di bell’aspetto, da mostrare agli altri, viene vissuto come un accessorio, è difficile che provi affettività e quindi dei sentimenti per qualcuno. L’Io diventa ipertrofico, grandioso e il rapporto con la realtà viene alterato. Nel bambino è normale un certo narcisismo dove esiste solo lui con le sue richieste, poi però è importante che vada incontro a delle frustrazioni per avere un buon contatto con la realtà. L’adulto narcisista rimane bloccato a quella forma di narcisismo primario e, contrariamente a ciò che mostra, ha una autostima bassissima che cerca di compensare attraverso la sua modalità grandiosa di mostrarsi. È una persona estremamente fragile che si nasconde dietro un senso di onnipotenza.

Il disturbo ossessivo compulsivo di personalità

È un soggetto estremamente rigido, perfezionista, si perde in dettagli minuziosi, spesso perde di vista il fine che si era prefissato a causa dell’importanza data a tali dettagli, ha scarse relazioni sociali e amicizie e non si diverte quasi mai perché si dedica quasi sempre all’attività lavorativa, è avaro e testardo. Spesso la persona non si rende conto di avere un disturbo e può avvertire solo un disagio, legato ad esempio, all’impossibilità di essere perfezionista in una qualche occasione o all’impossibilità di ripetere dei rituali. La ritualità è infatti un aspetto centrale di questo disturbo, egli infatti segue degli schemi e regole che seguono un ordine preciso ai quali la persona non può sottrarsi.

Il soggetto avverte delle pulsioni per lui inaccettabili e sente quindi il bisogno di controllare questi suoi aspetti. Questo disturbo potrebbe avere radici che si collocano durante quel periodo dell’infanzia in cui viene insegnato al bambino a gestire le proprie funzioni corporali, chiamato da Freud “fase anale”. Una fissazione risalente alla fase anale potrebbe essere la causa dello sviluppo del disturbo ossessivo compulsivo di personalità. Ma come mai la persona tende ad essere così perfezionista e rigida? Diversi autori hanno ipotizzato che questo tipo di bambino fa degli sforzi enormi per ricevere approvazione, essere notato e soprattutto accettato dalle figure genitoriali di riferimento, evidentemente vissute dal piccolo come giudicanti, assenti o distanti emotivamente.

Il disturbo evitante di personalità

La persona portatrice di questo disturbo ha una difficoltà a stabilire una relazione intima con gli altri per paura di essere svalutato, deriso, sminuito, umiliato. Egli teme le critiche ed evita di intraprendere delle attività per la paura di essere inadeguato. La sua paura maggiore è il rifiuto. La persona ha difficoltà nelle relazioni e questo potrebbe avere origini nel rapporto con i genitori. Spesso questi pazienti raccontano di essere stati rimproverati riguardo all’esibizione, si sentono schiacciati dalle eccessive aspettative nei loro confronti. La loro autostima è bassissima e per evitare di mettersi in gioco, di rapportarsi agli altri e di essere rifiutati, rifiutano per primi.

Il disturbo dipendente di personalità

La persona ha continuamente bisogno di essere accudita e per questo appare come sottomessa. Ha bisogno di continue conferme e rassicurazioni nel prendere decisioni anche banali. Mostra sfiducia nelle proprie capacità, si svaluta continuamente. Teme l’abbandono ed è disposta a fare qualsiasi cosa pur di non essere lasciata sola a prendere decisioni. Questo disturbo ha origine nel processo di individuazione e separazione dalle figure di riferimento. È importante che egli venga stimolato ad esprimere le proprie emozioni e quindi i propri bisogni, affinché possa sviluppare una propria autonomia.

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